“Ma sei impazzita?!” Questo è il riassunto delle svariate reazioni attorno a me quando ho deciso di voler condividere la mia nuova condizione di vita con un amico a quattro zampe, non un normale peloso carino, affettuoso, docile e simpatico: un amstaff!!
Si è vero, lo ammetto, era il mio primo cane e le mie ricerche in internet producevano un unico risultato: “razza sconsigliata come primo cane”. Ma ho il brutto vizio di amare le sfide e di fidarmi di alcune persone, e una persona importante mi aveva consigliato di farlo. Ricorderò per sempre il giorno in cui l’ho scelto: tigrato in mezzo a una cucciolata di bellissime signorine grigie e soprattutto bullo trascinatore delle folle. Altrettanto bene mi ricorderò il giorno che mi è stato messo in braccio e il suo sguardo spaventato in macchina. Direzione casa!
….. e mi ritrovo un esserino spavaldo che gira sul mio pavimento, che vuole salire sul mio divano (“ah no, sul divano io non lo farò salire”), che ovviamente prende possesso del mio famoso divano e che mi richiede un sacco di attenzioni e di impegno: wow!! Un misto di emozioni: dalla felicità, alla preoccupazione, dal senso di avere un grande valore per qualcuno, al timore di non essere in grado di gestirlo. Ammettendo la mia totale e profonda ignoranza mi metto subito in contatto con un centro cinofilo, per poi incappare con una certa Elena, una tipa apparentemente un po’ dura, ma del resto mi serviva qualcuno che mi addestrasse bene, quindi: ok! Ed è stato così che io e Rocco abbiamo iniziato il nostro percorso di crescita insieme e caspita: avevo preso la decisione giusta! Chissà perché proprio io ho scelto un cane che mi desse un senso di sicurezza e mi facesse sentire protetta tanto da poter abbassare un po’ la guardia; un cane con un aspetto burbero, ma che poi si rivela un dolcissimo tenero coccolone; un cane apparentemente sicuro e forte, ma che scappa davanti a una pozza di acqua; un cane che richiede impegno, che mi chiede molto, che ha bisogno di me in alcune occasioni per non creare guai, ma che mi regala il mondo;
un cane con grande senso dell’adattamento e decisamente indipendente, ma al tempo stesso premuroso e attento a me… mi ricorda tanto qualcuno che conosco. Aver incontrato I cani del Mulino è stato quello che ci ha permesso di crescere ed essere così come siamo adesso: in tre anni abbiamo affrontato difficoltà e cambiamenti, abbiamo imparato a convivere, a giocare, ci siamo regalati tante soddisfazioni, nella consapevolezza delle nostre fragilità, e finalmente siamo felici! Io so di esserlo anche grazie a lui, così come so e sento che lui lo è anche grazie a me.
Cinzia Sala